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LE PENTOLE

Si dice che un giorno Nasreddin Hodja catturò un animaletto a lui sconosciuto e lo mise in un sacco.  Tornato a casa lo affidò al figlio dicendogli:  "Ti lascio questo sacco, conservalo così com'è fino al mio ritorno e, mi raccomando, non aprirlo.  Quando torno, l'apriremo insieme e così sapremo cosa ci sta dentro.  Il figlio, incuriosito dalla "cosa" che si stava agitando nel sacco, non riuscì a mantenere la promessa fatta e, non appena il padre si allontanò da casa lo aprì e la lepre non appena vide il varco fuggì via dalla trappola.  Intimorito dalla propria disubbedienza, non sapendo come meglio rimediare, riempì il sacco di pentole e coperchi.  Al suo rientro, Nasreddin non era solo.  Aveva chiamato in consulto i notabili più istruiti del paese per avere lumi su quel animaletto.  Chiamò il figlio e gli chiese di portare il sacco.  Aprì il sacco e vedendone il contenuto, senza togliere lo sguardo da suo figlio e senza scomporsi disse: "Beyeffendiler (Signori padroni), ecco a voi, guardatele bene, sono delle pentole..."

 

Anna M. D'amico © 1962 ad oggi  

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